Ce la raccontano Elisa Cesetti, project owner di questa iniziativa, e la sua compagna di squad Ilaria Bisteghi, specializzata in eventi e programmi incentive per la forza vendita. «Abbiamo fatto il lavoro di cinque mesi in uno solo, ma ne è valsa la pena», racconta Elisa. «Questo Giro è un segnale di speranza, lo abbiamo vissuto come l'inizio della fine di questa pandemia. Alla prima tappa, a Torino, ho avuto la sensazione di una vera ripresa. È vero, se ne parla da mesi, ma in quel momento l'ho finalmente vista come reale». Il lavoro dedicato al Giro è stato svolto in modalità agile, una squad compatta con vero potere decisionale: per usare una metafora ciclistica è stato un continuo sprint in velocità, tutto generosità e colpi di reni. «Per me è stata la prima esperienza con questo nuovo approccio di lavoro», racconta Ilaria. «Ho avuto il privilegio di partecipare a un gruppo nel quale ci si è divertiti lavorando, abbiamo ottenuto grandi risultati in tempi brevi perché c'è stata una grande disponibilità di tutti. Raccontare il Giro, e questo Giro così simbolico, ti spinge davvero a dare qualcosa in più».
Oltre alla ripartenza c'era anche una ricorrenza speciale da celebrare: i 90 anni della maglia rosa, uno dei simboli italiani per eccellenza. Si può davvero raccontare l'Italia intera attraverso le storie dei campioni che l'hanno indossata. E si può parlare del nostro paese oggi attraverso il ciclismo: questo è stato il lavoro digitale della squad guidata da Elisa Cesetti: «Abbiamo scelto di parlare della maglia rosa di tutti i giorni, con storie di persone reali che nella vita di ogni giorno cadono, si rialzano, ridono, piangono, esultano». È il motivo per cui amiamo il Giro d'Italia, ogni tappa ci ricorda la nostra vita e ogni sfida della nostra vita ricorda una corsa a tappe: a volte sei in fuga, a volte sei indietro, a volte tagli il traguardo per primo. La squad ha scelto tre social hero come simbolo di tutto questo: Giorgio, panettiere che da dieci anni ogni notte prepara il pane per i suoi clienti. Domitilla, manager e mamma in smart working, divisa tra le call di lavoro e il biberon. Margherita, giovane imprenditrice che gestisce una catena di negozio di detersivo bio e plastic free. Giorgio, Domitilla e Margherita sono i protagonisti di tre video con una telecronaca in stile Giro d'Italia dedicata alle loro imprese, perché certi sprint a fine o inizio giornata vanno celebrati esattamente così, come una tappa di montagna. Sudi, ti arrampichi, credi di non farcela, ce la fai.
Accanto al lavoro di storytelling digitale c'è stata la presenza di Enel sul campo, tappa dopo tappa. A differenza dell'edizione del 2020, tenuta in ottobre con le restrizioni eccezionali dovute all'arrivo della seconda ondata, quella numero 104 si corre in un clima più disteso, pur nel rispetto di ogni precauzione e regola di distanziamento. Questo ha permesso a Enel di esserci e di farlo in grande stile, con una presenza nel villaggio di arrivo di ogni tappa e un bellissimo camper anni '70 Airstream dotato di schermi a Led, che invitano a scoprire le promozioni dedicate al Giro negli Spazio Enel. Questo coinvolgimento è stato frutto del serrato lavoro logistico di Ilaria, che ha coordinato senza sosta l'invio di locandine, materiali e gadget. «Dopo un anno tutto digitale, di blackout fisico, abbiamo voluto valorizzare il lavoro della nostra grande rete di negozi, tra diretti e indiretti, per raccontare il loro ritorno alla normalità, dopo un anno di difficoltà». Gli spazio Enel sono la voce e il volto di Enel sul territorio, sono regolarmente aperti e accolgono pubblico e clienti. «Ci è sembrato importante coinvolgerli e cogliere l'occasione della presenza fisica della tappa per invitare le persone a visitarli, dopo un periodo così duro per tutti». Anche questo è lo spirito del ciclismo, con il suo bellissimo dosaggio di eroismo individuale e lavoro di gruppo. Le sfide della vita, così come le grandi corse a tappe, si vincono solo con il lavoro di squadra.