Scambio sul posto: come cambierà dopo il 2024?
Scambio sul posto: come cambierà dopo il 2024?
Dal 31 dicembre 2024 è iniziata la graduale uscita di impianti alimentati da fonti rinnovabili/cogenerativi ad alto rendimento dal regime di Scambio sul Posto (SSP), il meccanismo, regolato dal GSE (Gestore Servizi Energetici) che consente al cliente che, ad esempio, installa un impianto fotovoltaico sul tetto della propria abitazione di compensare l’energia elettrica prodotta e immessa in rete in un certo momento con quella prelevata e consumata in un momento differente.
Per aderire al meccanismo di Scambio sul Posto è necessario che l’impianto di produzione e l’impianto di consumo siano sottesi ad uno stesso punto di connessione con la rete. Con lo Scambio sul Posto, il sistema elettrico viene sfruttato come bacino di immagazzinamento virtuale dell’energia che non viene immediatamente auto-consumata, così da poterla riutilizzare in un momento diverso con un meccanismo di compensazione.
Recenti interventi legislativi hanno introdotto disposizioni per la graduale uscita dal regime di Scambio sul Posto degli impianti di produzione che già beneficiano del meccanismo, con l'obiettivo di facilitare una transizione graduale verso altri meccanismi di remunerazione dell'energia elettrica come, ad esempio, il regime di Ritiro Dedicato (RID). Scopriamo quindi, più nel dettaglio, come funziona lo Scambio sul Posto e quali novità hanno coinvolto i produttori e consumatori di energia rinnovabile domestica a partire dal’1 gennaio 2025.
Come funziona lo Scambio sul Posto
Lo Scambio sul Posto è una convenzione che permette di ricevere un contributo dal GSE sull’energia elettrica annualmente scambiata con la rete. Questo meccanismo consente di immettere nella rete elettrica l’energia eventualmente in eccesso rispetto al proprio consumo e di “utilizzarla virtualmente” quando la produzione domestica non basta, per esempio durante la notte o nelle giornate nuvolose.
Sulla base delle misure trasmesse dai gestori di rete, il GSE verifica quanta energia è stata prelevata e quanta immessa dal punto di connessione del cliente, stabilendo il beneficio previsto. Per accedere all’agevolazione è necessario stipulare un contratto con il GSE, che gestisce l’operatività e la compensazione tra energia immessa e prelevata.
Il contratto ha durata di un anno solare ed è tacitamente rinnovabile. Per l’attuazione del servizio, l’impianto di produzione deve essere collegato a un’utenza di consumo - dove il produttore di energia è anche consumatore - e allacciato alla rete elettrica attraverso lo stesso punto di prelievo e immissione dell’energia.
Al momento della sua introduzione, lo Scambio sul Posto era accessibile solo agli impianti di produzione alimentati da fonti rinnovabili con potenza nominale fino 20 kW, estesa poi a 200 kW per gli impianti entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2007, fino a raggiungere un massimo di 500 kW per gli impianti entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2014. Oltre agli impianti di produzione alimentati da fonti rinnovabili, possono accedere al meccanismo anche gli impianti di cogenerazione ad alto rendimento con potenza non superiore a 200 kW.
Come cambierà il servizio alla fine del 2024
Dalla fine del 2024, però, le cose sono cambiate. In attuazione di quanto previsto dal Decreto Legislativo 199/2021 e dal Decreto Legge 181/23, l’ARERA, con la delibera 457/2024/R/EFR del 5 novembre 2024 ha definito alcune prime disposizioni per la graduale uscita, a decorrere dal 31 dicembre 2024, degli impianti fotovoltaici con convenzione di Scambio sul Posto. Dal primo gennaio 2025, non potranno essere rinnovate le convenzioni di Scambio sul Posto per le quali siano trascorsi, dunque, quindici anni dalla data di prima sottoscrizione.
Dato che le convenzioni SSP hanno la durata di un anno, il calcolo dei quindici anni sarà effettuato a partire da quando l’impianto in questione ha avuto accesso al servizio per la prima volta, con validità retroattiva. Tutti gli impianti attivi dal 2009 hanno quindi visto scadere la durata della convenzione alla fine del 2024. A partire dal’1 gennaio 2025, gli impianti passeranno alla convenzione di Ritiro Dedicato (RID), qualora non abbiano precedentemente individuato un utente del dispacciamento in immissione diverso dal GSE.
Quali saranno le alternative allo Scambio sul Posto
Ritiro Dedicato (RID)
La prima e più immediata alternativa allo Scambio sul Posto è il Ritiro Dedicato, un servizio sempre gestito dal GSE, che consente al produttore di commercializzare, tramite il GSE, l’energia prodotta da impianto fotovoltaico e immessa nella rete elettrica. Si tratta quindi di un meccanismo per semplificare la commercializzazione dell’energia, basato su un contratto commerciale dove il GSE corrisponderà al produttore un determinato prezzo per ogni kWh immesso in rete. É ammessa qualsiasi potenza per gli impianti che producono energia elettrica da fonte rinnovabile solare ed è possibile accedere al servizio tramite Modello Unico o Modalità Standard sulla pagina dedicata del sito ufficiale del GSE.
Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)
Puoi anche scegliere di aderire gratuitamente a una Comunità Energetica Rinnovabile (CER), dove si produce e si condivide virtualmente energia locale da fonti rinnovabili tra produttori e consumatori localizzati all’interno dell’area geografica sottesa alla stessa cabina primaria. Possono accedere privati cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali, di ricerca, religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale. All’interno di una CER puoi essere:
Produttore di energia rinnovabile, con il tuo impianto fotovoltaico;
Autoconsumatore di energia rinnovabile, quindi produttore e consumatore con un impianto fotovoltaico personale, che condivide l’energia in eccesso con gli altri membri della comunità;
Solo consumatore dell’energia prodotta dagli altri membri
Le CER possono inoltre accedere agli incentivi previsti facendo richiesta per l’accesso al servizio di autoconsumo diffuso dal GSE.
Oltre alle Comunità Energetiche Rinnovabili esistono anche altre configurazioni di autoconsumo che accedono all’incentivo sull’energia condivisa, come il gruppo di autoconsumatori che agiscono collettivamente o l’autoconsumatore individuale a distanza che utilizza la rete di distribuzione.
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